La località che attualmente porta il nome di Classe è un insediamento moderno, sviluppatosi attorno alla basilica di S.Apollinare ai primi del Novecento, dopo la costruzione dello zuccherificio. L’abitato antico era più a nord, vicino all’odierno corso dei Fiumi Uniti ed era collegato all’imboccatura del porto antico, di epoca imperiale romana, sede della flotta militare destinata alla tutela delle zone orientali dell’impero. Fu appunto dalla flotta (Classis) che prese nome la località.
Il territorio ravennate, in antico come oggi, è sempre stato interessato dal fenomeno della subsidenza, cioè l’abbassamento naturale del terreno, e dal progressivo allontanamento della linea di costa a causa degli apporti dei fiumi. In conseguenza di ciò, gli strati antichi giacciono a profondità molto rilevanti. La zona di Classe che, in epoca preromana e romana, occupava parte di un dosso fra paludi, valli interne e il mare, ed era percorsa da numerosi corsi d’acqua, attualmente è un’area agricola di bassa pianura.
I primi ritrovamenti archeologici della scomparsa civitas Classis avvennero casualmente nel corso dei secoli XVII-XIX, ad opera dei monaci camaldolesi dell’abbazia di Classe e durante i lavori di costruzione della linea ferroviaria Ravenna-Cervia (1881). Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento si avviarono le prime saltuarie ricerche a cura della neonata Soprintendenza. Negli anni 1950/60, dopo un lungo periodo di inattività, si riaccese l’interesse degli archeologi sulla zona classicana che, grazie anche agli studi aerofotografici, si concretizzò in una serie di campagne di scavo.
Il Porto di Classe
Nel podere Chiavichetta, situato fra la via Marabina, la statale Romea e la linea ferroviaria, fu aperta nel 1974 una trincea di scavo, che consentì di individuare una parte del ramo secondario del canale principale del porto e parte del quartiere portuale di epoca tardoromana e bizantina. Il quartiere, caratterizzato da edifici di ampie dimensioni destinati allo stoccaggio delle merci, era attraversato da una strada pavimentata in trachiti, larga 5 metri e profondamente incisa dal passaggio dei carri, che correva parallelamente al canale. La strada è attraversata da diverse fognature che si dirigono verso il canale.
Basilica Petriana
Fondata dal vescovo S. Pier Crisologo (432-450), da cui deriva il suo nome, fu portata a termine dal vescovo Neone verso il 458. L’edificio, che sorgeva entro le mura della città, era a tre navate con abside centrale, aveva una lunghezza complessiva di m.78 e una larghezza di m.43,56. La basilica riccamente decorata di marmi e mosaici, in quanto cattedrale, crollò in seguito ad un terremoto nella prima metà del VIII secolo. I resti della basilica, ampiamente compromessi dalle arature per l’ubicazione sulla sommità di un dosso sabbioso, sono sepolti nel terreno agricolo di proprietà Mazzotti, tra la via Romea Vecchia e la ferrovia Ravenna-Rimini.
Basilica S. Severo
La basilica di S. Severo sorgeva nella parte meridionale della antica Classe, presso le mura della città.
Costruita sui resti di una domus romana nella seconda metà del VI secolo ad opera dei vescovi Pietro III e Giovanni Romano, fu l’unico edificio a sopravvivere alla scomparsa della città di Classe. Lunga m.64,70 e divisa in tre navate, la basilica fu ripetutamente modificata nel corso dei secoli e affiancata a partire dall’VIII-XI secolo da una struttura monasteriale. Alla fine del Settecento, con l’abbandono dell’edificio conseguente alla soppressione delle Corporazioni religiose nel periodo napoleonico, la struttura si deteriorò rapidamente al punto che nel 1820 ne fu decisa la demolizione. Per alcuni decenni l’unica testimonianza della presenza della basilica, nella nuda campagna, fu il rudere del campanile.