Oggi, solo pochi ricordano che la località di Classe, fino a qualche decennio fa, era indicata con il toponimo Classe Fuori. Tale denominazione, utilizzata per ben quattro secoli, è stata cambiata nel corso degli anni Sessanta, quando i competenti uffici comunali hanno indicato la frazione con il toponimo Classe.
Ma perchè Classe Fuori? Per cercare di dare una risposta a questa domanda e conoscere la storia di Classe, faremo un breve viaggio nel tempo.
Il primo insediamento abitativo, più a nord rispetto all’attuale località, si sviluppò nel II sec. d. C., lungo la riva meridionale del canale portuale che collegava il mare con un grande bacino interno. Il porto, voluto da Ottaviano Augusto, era capace di ospitare una flotta (Classis) di 250 navi.
Nel corso del III-IV secolo fu edificata la cinta muraria ed intorno alla civitas Classis si svolsero importanti operazioni militari ad opera di Odoacre (476), Teoderico (491-493) e Belisario (540). Dopo la distruzione della città, compiuta dai Longobardi nel VIII secolo, seguì un periodo di pressoché totale abbandono del territorio. L’antico porto insabbiato e non più utilizzabile, il progressivo allontanamento del mare, la subsidenza e la costante sottrazione di materiale da costruzione, cancellarono ogni segno dell’esistenza di Classe. All’inesorabile declino sopravvissero solo alcuni edifici religiosi come S. Severo e S. Apollinare, presso i quali, fin dall’Alto Medioevo, erano nate strutture monasteriali. A quel punto il toponimo Classe non indicò più la città portuale rappresentata nel mosaico teodoriciano di S. Apollinare Nuovo, ma il luogo in cui sorgevano la basilica di S. Apollinare e l’adiacente monastero.
Dopo la battaglia di Ravenna del 1512 e il devastante saccheggio perpetrato dai francesi, i monaci classensi, che in quell’occasione subirono l’uccisione dell’abate Andrea Sacchini, decisero di trasferirsi dentro le mura di Ravenna, dove fondarono il monastero di Classe in città. La battaglia di Ravenna probabilmente affrettò una decisione già maturata nel cenobio classense, poiché il territorio era da tempo diventato insicuro a causa della pirateria saracena e turchesca e poco salubre per la presenza di molti terreni vallivi. Va ricordato che, per analoghe motivazioni, anche i monaci dell’abbazia di Porto (Fuori) avevano assunto la stessa decisione e nel 1503 erano entrati nel nuovo monastero cittadino. Fu la nascita delle abbazie di città, cioè entro la città murata, a rendere necessaria una nuova indicazione toponomastica per le strutture extraurbane, quindi fuori le mura, onde evitare confusione tra i due luoghi. Per questa ragione, a partire dalla seconda metà del XVI secolo comparvero i toponimi Porto Fuori e Classe Fuori, il primo dei quali ancora in uso ed il secondo pressoché dimenticato.
Grazie all’iniziativa promossa da Claudio Cornazzani e Rossano Novelli, nel mese di luglio del 2010 è stata inaugurata nella Piazzetta Eufrasio Vescovo, una tabella di località, che ricorda come il luogo, per lungo tempo, sia stato indicato con il toponimo Classe Fuori o con le varianti Classe di Fuori, Classe Fori, Classis Foris. La didascalia della tabella è affiancata da un particolare tratto dalla carta topografica n. 228 del XVIII secolo, appartenente all’Archivio Storico del Comune di Ravenna, che raffigura la basilica di S. Apollinare e l’annesso monastero con l’indicazione toponomastica Classe Fuori.